Previdenza complementare
La previdenza complementare ha lo scopo di integrare quella pubblica obbligatoria.
Essa trova la propria disciplina nel D.Lgs. 252/2005, emanato in attuazione della legge delega 243/2004, con la quale il legislatore si è prefisso l’obiettivo di sviluppare su larga scala la previdenza complementare incentivandone il finanziamento mediate la devoluzione del Tfr.
- Le forme di previdenza complementare possono essere attuate mediante:
fondi pensione negoziali (chiusi) istituiti in base ad un accordo collettivo e limitati a categorie in esse individuate; - fondi pensione aperti non destinate a categorie limitate di aderenti; possono essere ad adesione individuale o collettiva;
- contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziale (cd. PIP) ad adesione esclusivamente individuale.
Le forme pensionistiche complementari devono essere iscritte in un apposito Albo, tenuto dall’apposita commissione di vigilanza (COVIP) e ad esse possono aderire, oltre ai lavoratori subordinati, anche i lavoratori a progetto, i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, i soci lavoratori di cooperative di produzione e lavoro e colore che svolgono lavori non retribuiti in relazione a responsabilità familiari.
La previdenza complementare è quindi espressione della previdenza privata, la cui libertà è garantita dall’ultimo comma del citato art. 38 Cost. e rappresenta il cd. secondo pilastro del nostro sistema previdenziale, affiancandosi al sistema pensionistico pubblico e al sistema meramente privatistico.
Essa è nata con lo scopo di integrare la previdenza pubblica. Quest’ultima, infatti, rischia di non riuscire a mantenere l’equilibrio necessario fra i contributi ricevuti e le prestazioni pensionistiche versate, a causa dei mutamenti concernenti la popolazione degli ultimi decenni: infatti, mentre la qualità della vita è migliorata e la popolazione anziana è aumentata, le nascite sono fortemente diminuite e con esse il numero di lavoratori attivi che, versando i contributi, finanziano le prestazioni previdenziali. È risultato necessario, pertanto, integrare il sistema pubblico obbligatorio con forme previdenziali che mirino a garantire alle future generazioni livelli più elevati delle pensioni.